mercoledì 27 maggio 2009

COME SI FORMA IL COMPLESSO?

Il complesso è una realtà psichica che si è formata in compromesso tra la pulsione di natura e il filtro disorganizzante del monitor di deflessione, tra le esigenze sociali e le esigenze biologiche dell’individuo.

Tecnicamente il complesso si forma in seguito ad una rimozione di un istinto biologico, fatta da un Io in formazione sotto pressione del monitor di deflessione su immagini del super io sociale e moralistico, a cui non viene data la possibilità di attuazione storica nel divenire del reale.

I complessi sono tanti piccoli Io prefissati, meccanismi di difesa della natura, sorti dopo che il soggetto, durante l’infanzia, ha accettato il compromesso con una situazione contro la vita che in seguito rimuove.

Il complesso assume la propria modalità pulsionale in rapporto a tre elementi:

1) repressione di un istinto biologico;

2) simbologia della cultura ambientale;

3) divenire del reale.

E’ determinato da stereotipi che danno la garanzia del continuo della struttura senza novità di sviluppo.

La parola “complesso” è sempre assoggettata a qualcosa di patologico. In realtà si tratta di attività psichica, che deve essere individuata e specificata nell’opera maestra dell’Io. Si tratta semplicemente di formalizzarlo, o di egoizzarlo, cioè di assumersi questo quantico e di normalizzarlo secondo esigenze di una storia individuata efficiente. L’Io si forma dopo il complesso, quindi il complesso anticipa la nascita e la formazione della struttura dell’Io. E’ ovvio che, se il soggetto non lo evolve in riuscita personologica, quel quantico convive estraneo, non evoluto, in conflitto, in disponibilità patologica. Quindi di per sé non è una realtà patologica, può essere distonico o accretivo in relazione al contesto unitario: lo si definisce dagli effetti.