martedì 6 ottobre 2009

Il ruolo dell’educazione nella trasmissione degli stereotipi: il progetto europeo “Overcoming Gender Stereotypes through Education”

progetto psicopedagogico dal titolo “Il laboratorio dei talenti e delle emozioni” nella scuola Materna ed Elementare “P. M. Kolbe” (165° Circolo didattico di Roma), nel corso del quale ha lavorato con circa 90 bambini di II e III elementare.
Il laboratorio si è svolto nelle classi, alla presenza delle insegnanti, per una
duranta di circa 24 ore. L’équipe era formata da una psicoterapeuta, una logopedista
e un’insegnante. I laboratori ruotavano intorno a due nuclei tematici: l’educazione
corporea e l’alfabetizzazione emozionale. Le attività erano mirate a risvegliare
la sensibilità e l’ascolto e a fornire occasioni di stimolo e riflessione attraverso il disegno psicosemantico, esercizi psicomotori, drammatizzazioni, lavoro sulle emozioni e sui sogni. All’inizio e alla fine del percorso ai bambini è stato somministrato il test dell’albero e della figura umana.
Osservando gli elaborati e i disegni dei bambini, gli atteggiamenti e i loro interventi, abbiamo notato una grande differenza tra i maschi e le femmine. Nei disegni dei bambini appariva una certa spontaneità e libertà, mentre le bambine, nel rappresentare se stesse usavano figure fortemente stereotipate, come mostra il primo set di disegni realizzati da alcune bambine nel primo incontro.
In sostanza, già a sette-otto anni, esse avevano interiorizzato un ruolo. Anche nelle
attività che prevedevano un’esposizione al pubblico i maschi erano più spigliati e gratificati nell’essere al centro dell’attenzione; al contrario, le bambine erano timide, parlavano a bassa voce, non sapevano gestire positivamente il ruolo di centralità rispetto al gruppo classe. Anche di fronte alla richiesta di disegnare che cosa avrebbero voluto fare da grandi, più di una bambina ha disegnato il giorno del proprio matrimonio, scelta che invece non è stata presa in considerazione da nessun bambino.
Confrontando i comportamenti e i disegni degli stessi alunni eseguiti all’inizio e al
termine del progetto (riportati a fine testo), si nota un notevole recupero della spontaneità
e della libertà.